domenica 21 marzo 2021

 Questione di paradigma




La stragrande maggioranza di coloro che si dichiarano avere a cuore la scuola, prima la scuola, il futuro delle giovani generazioni, della società etc,etc snocciolano i loro obiettivi e i loro programmi.
Al di là delle sfumature di differenza questi programmi hanno come comune denominatore un paradigma, quello quantitativo. Si vogliono PIU' risorse, PIU' scuole, PIU' aule, PIU' laboratori, PIU' insegnanti, PIU' computer-tablet-smartphone-connessioni, PIU' scuola-lavoro, PIU' personale scolastico.... E' tutto un PIU'.
Mai, dico mai, alcun riferimento ad un paradigma di tipo qualitativo che ci dica COME impiegare le risorse, con quali priorità, con quali obiettivi. Più scuole singole o accorpate in poli ingestibili che ammucchiano insieme ordini e tipologie di scuole che non hanno alcuna attinenza logica tra loro se non quella prettamente amministrativa. Più aule che non servirebbero a niente se non diminuisse il numero di alunni per classe e se non si differenziasse la didattica. Più laboratori che non servirebbero a niente se non si rivoluzionasse la didattica nel senso e nella direzione laboratoriale. Più insegnanti che non servirebbero se non si diminuisse il numero di alunni per classe e se non si articolasse la didattica per campi e materie specialistici del sapere. Più scuola-lavoro, se non si fa una scelta che chiarisca nettamente i fini e i confini tra istruzione e educazione, tra cultura di cittadinanza che fissi i saperi e le conoscenze che devono avere tutti i cittadini indipendentemente da quello che decideranno di fare nella loro vita e dalle strade professionali che intraprenderanno. Più personale scolastico, se non si definisce il modello, la struttura, i bisogni organizzativi e di funzionamento delle scuola. Più strumenti tecnologici, se non si definiscono le modalità, i contesti, le finalità educative e didattiche e loro limiti sia in relazione all'uso e alle conoscenze strumentali, sia in relazione ai bisogni educativi dell'età evolutiva e alla crescita della persona.
Tutti i PIU' (quantità) di cui sopra, in assenza del come-perché-in vista di che, per realizzare cosa, quale progetto, quale modello di scuola, di educazione, istruzione (qualità) hanno poco o nessun senso. Poco o nessun senso se non si sceglie, tutta insieme la comunità, di quali saperi, conoscenze, competenze ha oggi, e soprattutto nel futuro, bisogno la società e la comunità che vogliamo creare. Poco o nessun senso, se non si capisce che bisogna partire dalla qualità dell'apprendimento-insegnamento dei bambini, ragazzi, adolescenti, giovani visti come persone per prima cosa, poi visti anche come cittadini, poi visti anche come futuri lavoratori che sapranno scegliere quale posto occupare e come nella società di domani.
Limitarsi al paradigma della quantità è come limitarsi al contenitore ignorando il contenuto, è come guardare la cornice e ignorare se il quadro è un'opera d'arte d'autore o una pessima riproduzione senza valore.

Nessun commento:

Posta un commento