1° frammento di vita da maestra e di
didattica (lingua orale)
"C" ( "C"*)
insegna fin dalla prima elementare a esprimersi oralmente così:
entra in classe; 26
bambini e bambine rumoreggiano, parlano fra di loro di figurine, di
pattini, di calcio e giocatori, di squadre, di gatti e cani, dei
litigi del giorno prima...
"C" nel
bailamme contatta visivamente "R" che, come spesso capita,
è già in posizione di solitario, malinconico atteggiamento. Gli
dice che è ben pettinato e il suo bel viso esprime una
preoccupazione;"R" bofonchia qualcosa, "C" gli
sorride, sposta il suo sguardo in modi diversi e personalizzati su
altri bambini che rivelano qualche malessere e li rassicura
indirettamente rivolgendosi a tutta la classe, chiedendo aiuto e
partecipazione a una conversazione sull'argomento che da giorni li
coinvolge . Spiega loro cosa le piacerebbe realizzare nel corso della
mattinata e del giorno successivo, rievoca qualche passaggio dei
dialoghi avvenuti in precedenza. Immediatamente, c'è un fuoco di
fila di interventi per darle l'aiuto richiesto. "C" ride e
richiede un attimo di tregua per potere avvicinarsi alla lavagna dai
fogli girevoli. Prende pennarelloni rosso e nero. In rosso scriverà
il nome di chi parla e in nero ciò che dice. Scriverà male, di
corsa, in corsivo, per seguire il flusso delle parole che escono
spesso ingarbugliate dalla bocca di ogni parlante (parleranno tutti,
altrimenti si passerà ad altro lavoro): la modalità di scrittura
visibile a tutti mentre si parla, le consentirà di fermarsi su
messaggi ricchi di contenuto, ma arruffati sintatticamente e poveri
lessicalmente. Le permetterà di chiedere con umiltà e con
espressione perplessa di riformulare la comunicazione prima di
poterla scivere. Tutti aiutano il parlante di turno a trovare
coesione e coerenza e "C" si trova dinanzi a un coro di
soluzioni linguisticamente sempre più precise. La lavagna si riempie
di contenuti via via più significativi e profondi. "C"
ogni tanto rilegge a voce alta le frasi-considerazioni e come ogni
volta scopre che esse nel corso della conversazione sono più
concatenate. Bambine e bambini inorgogliscono e si applaudono da
soli. "C" mostra loro il proprio orgoglio semplicemente
rivelando soddisfazione e partecipazione emotiva sottolineando con la
voce che rilegge e con i sorrisi tutte le soluzioni trovate sia ai
"problemi" linguistici sia a quelli contenutistici.
"C" non ha più
da tempo la difficoltà del rispetto dei turni della presa di parola:
bambini e bambine sanno che maggiore sarà l'ordine della
conversazione, maggiore sarà la soddisfazione nella fase della
rilettura finale.
"C" porterà a
casa gli immensi fogli della lavagna e copierà tutto al pc, poi
stamperà per tutti la conversazione, quindi i giorni successivi
bambini e bambine potranno rileggere da soli quanto emerso su un
argomento qualsiasi, riflettere sui contenuti e sulla lingua. Non si
annoiano. Anzi, esprimono ancor più orgoglio per l'importanza del
proprio lavorio di pensiero, pensieri resi pubblici e condivisi. Il
lavoro orale continuerà su altro e sarà sempre più ricco e
articolato .
*"C" non
assegna voti o giudizi, "C" sostiene e incoraggia
l'espressione di qualsiasi idea, comunque detta: "C" sa che
anche ciò che inizialmente potrebbe sembrare senza senso, è
soltanto questione di una carenza iniziale di mezzi linguistici,
infatti, appena si trova insieme il bandolo della matassa sintattica
e lessicale, il pensiero di ogni bambino rivela profondità e
attinenza all'argomento trattato.
"C" non
partecipa a prove Invalsi, compila frettolosamente il registro
elettronico, riduce al minimo indispensabile tutti gli impegni extra
classe, cerca di avere un buon rapporto con i colleghi che lavorano
sulla classe perché sa che altrimenti è più difficile raggiungere
l'obiettivo di dare a tutti opportunità di risultati personali e
condivisi.
Claudia Fanti (autrice del libro "2014, Odissea nella scuola")
05/11/2016
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