sabato 5 novembre 2016

Seguiamola in classe



1° frammento di vita da maestra e di didattica (lingua orale)

"C" ( "C"*) insegna fin dalla prima elementare a esprimersi oralmente così:
entra in classe; 26 bambini e bambine rumoreggiano, parlano fra di loro di figurine, di pattini, di calcio e giocatori, di squadre, di gatti e cani, dei litigi del giorno prima...


"C" nel bailamme contatta visivamente "R" che, come spesso capita, è già in posizione di solitario, malinconico atteggiamento. Gli dice che è ben pettinato e il suo bel viso esprime una preoccupazione;"R" bofonchia qualcosa, "C" gli sorride, sposta il suo sguardo in modi diversi e personalizzati su altri bambini che rivelano qualche malessere e li rassicura indirettamente rivolgendosi a tutta la classe, chiedendo aiuto e partecipazione a una conversazione sull'argomento che da giorni li coinvolge . Spiega loro cosa le piacerebbe realizzare nel corso della mattinata e del giorno successivo, rievoca qualche passaggio dei dialoghi avvenuti in precedenza. Immediatamente, c'è un fuoco di fila di interventi per darle l'aiuto richiesto. "C" ride e richiede un attimo di tregua per potere avvicinarsi alla lavagna dai fogli girevoli. Prende pennarelloni rosso e nero. In rosso scriverà il nome di chi parla e in nero ciò che dice. Scriverà male, di corsa, in corsivo, per seguire il flusso delle parole che escono spesso ingarbugliate dalla bocca di ogni parlante (parleranno tutti, altrimenti si passerà ad altro lavoro): la modalità di scrittura visibile a tutti mentre si parla, le consentirà di fermarsi su messaggi ricchi di contenuto, ma arruffati sintatticamente e poveri lessicalmente. Le permetterà di chiedere con umiltà e con espressione perplessa di riformulare la comunicazione prima di poterla scivere. Tutti aiutano il parlante di turno a trovare coesione e coerenza e "C" si trova dinanzi a un coro di soluzioni linguisticamente sempre più precise. La lavagna si riempie di contenuti via via più significativi e profondi. "C" ogni tanto rilegge a voce alta le frasi-considerazioni e come ogni volta scopre che esse nel corso della conversazione sono più concatenate. Bambine e bambini inorgogliscono e si applaudono da soli. "C" mostra loro il proprio orgoglio semplicemente rivelando soddisfazione e partecipazione emotiva sottolineando con la voce che rilegge e con i sorrisi tutte le soluzioni trovate sia ai "problemi" linguistici sia a quelli contenutistici.

"C" non ha più da tempo la difficoltà del rispetto dei turni della presa di parola: bambini e bambine sanno che maggiore sarà l'ordine della conversazione, maggiore sarà la soddisfazione nella fase della rilettura finale.

"C" porterà a casa gli immensi fogli della lavagna e copierà tutto al pc, poi stamperà per tutti la conversazione, quindi i giorni successivi bambini e bambine potranno rileggere da soli quanto emerso su un argomento qualsiasi, riflettere sui contenuti e sulla lingua. Non si annoiano. Anzi, esprimono ancor più orgoglio per l'importanza del proprio lavorio di pensiero, pensieri resi pubblici e condivisi. Il lavoro orale continuerà su altro e sarà sempre più ricco e articolato .

*"C" non assegna voti o giudizi, "C" sostiene e incoraggia l'espressione di qualsiasi idea, comunque detta: "C" sa che anche ciò che inizialmente potrebbe sembrare senza senso, è soltanto questione di una carenza iniziale di mezzi linguistici, infatti, appena si trova insieme il bandolo della matassa sintattica e lessicale, il pensiero di ogni bambino rivela profondità e attinenza all'argomento trattato.


"C" non partecipa a prove Invalsi, compila frettolosamente il registro elettronico, riduce al minimo indispensabile tutti gli impegni extra classe, cerca di avere un buon rapporto con i colleghi che lavorano sulla classe perché sa che altrimenti è più difficile raggiungere l'obiettivo di dare a tutti opportunità di risultati personali e condivisi.

Claudia Fanti (autrice del libro "2014, Odissea nella scuola")
05/11/2016
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